Seguendo le vicende di due innamorati divisi dall’amor di patria, il pubblico ammirerà da vicino le bellezze di un palazzo diventato Museo di Roma, che racchiude in sé capolavori artistici e scorci architettonici.
Una visita molto privata, ci racconta la Storia di Roma dal punto di vista dei protagonisti che l’hanno vissuta, e getta uno sguardo su un periodo molto turbolento della Capitale, il passaggio dallo strapotere dei papi agli afflati di indipendenza confluiti nei moti carbonari. Non poteva mancare in un Palazzo così scenografico e pieno di grazia una storia d’amore appassionata e ricca di colpi di scena, fedele allo stile di Stendhal a cui si riferiscono alcune ispirazioni del testo dello spettacolo.
Costruito alla fine del diciottesimo secolo, Palazzo Braschi si colloca al centro di una Roma papalina percorsa dai venti libertari della carboneria e dell’indipendenza. In quelle sale, dove i ritratti delle grandi famiglie si fondono con le immagini delle magnificenze di una città rinascimentale e barocca, non potrebbe che maturare il dramma di una storia d’amore e di libertà tra una giovane aristocratica e un carbonaro fuggitivo, come nella più appassionate tradizione Stendhaliana.
Il pubblico invitato ad una festa della famiglia Braschi, viene dirottato da una severa governante ad ammirare le bellezze del palazzo perché un increscioso incidente ha interrotto bruscamente i festeggiamenti. La polizia è in fermento e il palazzo è tutto un misterioso andare e venire. In questo clima di mistero e di sospetti, il pubblico potrà rivivere quella sensazione di decadenza di uno stato pontificio ormai troppo occupato a curare gli interessi politici più che a salvare le anime dal peccato. Prendendo spunto dagli autori italiani e stranieri (Stendhal, Goethe, Belli) che in quel momento amarono Roma, affiorerà nel racconto quel sapore agrodolce che rende unico lo spirito romano.
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